Per una ecologia della presenza in Rete

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Qualche idea di Digital Awareness. Per usare la tecnologia e non esserne usati.

Ho provato a buttare giù qualche appunto sul tema, mettendo nero su bianco le riflessioni che mi attraversano la mente in questo periodo, in cui vedo sempre più persone, me compreso, alle prese con l’affanno di gestire in maniera sana e consapevole la propria presenza online.

Sentitevi liberi di aggiungere i vostri suggerimenti nei commenti.

Ecco intanto qualche traccia:

– Non è detto che i contenuti più interessanti siano per forza i più recenti. La qualità non ha tempo, e un post articolato e approfondito scritto tre anni fa, può risultare più utile dell’ultimo aggiornamento di un blog che non fa altro che sintetizzare banalità altrui (la maggioranza). Usa siti come Long Form, salva su Instapaper o su Evernote per una lettura differita e qualsiasi device. Suggerimento utile: l’app di Instapaper per iPad è grandiosa: permette di salvare i contenuti per la consultazione offline, per cui potete leggere con comodo gli articoli che vi interessano anche quando siete in treno.

– Impara a usare Google. Dietro il campo bianco del motore di ricerca, c’è di più. Operatori boleani, ricerca per data, ricerca all’interno di uno specifico sito o in più lingue. Ci sono manuali interi che trattano solo di come sfruttare tutte le opportunità della Grande G.

– Non limitarti a Google. Per ricerche accademiche, giornalistiche, o semplicemente per chi vuole approfondire un argomento, ci sono svariati archivi online che possono contenere materiale più succoso. Microsof Academic Search, Full text reports, e repository parzialmente a pagamento come Jstor sono valide alternative. Una lista completa di siti utili la trovate qui.

– Adopera strumenti di curation; non solo per diffondere e amplificare i tuoi contenuti, ma anche per fare una prima selezione e filtrare il rumore di fondo dell’online. Il mio preferito è Scoop.it, ma ce ne sono moltissimi, per esempio, Eqentia (gratis fino a 30 articoli al giorno) Paper.li, Pearl Trees. Ho curato un paio di presentazioni sull’argomento, le trovate su Slideshare.

– Ogni volta che è possibile, salva i testi che ti interessano per la lettura su un dispositivo che non ti massacri la vista. Tablet retroilluminati come l’iPad mantengono benissimo la formattazione di libri e articoli, ma esigono uno sforzo visivo non indifferente. Meglio i lettori di ebook con tecnologia e-ink: Kindle, Kobo, ecc. Usa Calibre per passare da un formato all’altro: per esempio, per convertire un *epub per tablet in un file *mobi per Kindle.

– Meglio essere consapevoli dei pericoli dell’over-sharing. Va benissimo farti conoscere, ma ricorda che un eccesso di informazioni ed auto-esposizione può rivelarsi controproducente.

Sii singolare e focalizzato, in un mondo plurale e distratto. In un’epoca in cui tutti raccolgono in fretta e furia brandelli di conoscenza come scoiattoli impazziti, studiare a fondo un singolo problema può sembrare inutile e faticoso, ma, nel medio e lungo termine la qualità paga ed emerge dal mare della fuffa. Almeno, si spera.

– Last (thanks al compagno di panel all’IF di Pisa, Luca Conti), la sera spegni il router, per non indurti in tentazione.

 

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